venerdì 25 gennaio 2013

DOPO LE SORPRESE, GIU' DI PIPPE..

Questa rubrica NON tratta delle pippe più clamorose all'interno della NBA, ma dei tre giocatori che secondo noi avrebbero il potenziale per emergere ma che, spesso e volentieri, per demeriti propri non lo esprimono o lo fanno solamente in parte.

  Alla posizione numero uno troviamo, quasi a furor di popolo, il centro dei Pacers Roy"one" Hibbert, autore fino ad ora di una stagione a dir poco anonima: lo dimostrano i punti segnati 9.7.
Eh sì avete capito bene, Roy non va neanche in doppia cifra! Unica nota lieta sono i rimbalzi, quasi 9 a partita, ma parliamo di un giocatore di 2.18 metri con un minutaggio oltre i 30 minuti che personalmente ci da sempre l'impressione di essere un po' troppo molle.
Questa impressione ci sovviene alla mente anche guardando le percentuali dal campo: 41%!
Per un centro, che non tira da distanze maggiori a due metri, è troppo poco. Veramente troppo poco.
No Roy, non ci siamo proprio... Pensare che quell'incosciente di Bird gli ha sottoscritto un contratto da 58 milioni per 4 anni!
Dai Roy crediamo in te, crediamo che tu abbia le potenzialità e il fisico per diventare uno dei primi tre centri della lega (anche perché ormai di centri puri non ce ne sono più di 10).

E' giunta l'ora del nostro porta bandiera, colui che dovrebbe e dico DOVREBBE accendere le nostre speranze in chiave nazionale... Andrea Bargnani.
INVECE NO, un giocatore con una mano che anche Ray Allen  gira lo sguardo per vedere la meccanica di tiro ma di una mollezza che neanche la verve politica di Bersani e che fa innervosire quanto un ausiliario del traffico.
Alto 2.13, prende meno rimbalzi di una qualsiasi guardia titolare.
A Toronto gli hanno detto, sbagliando, che lui è il centro focale della squadra e seguendo il suo limitato ragionamento, si sente in diritto di sparare tiri "NOSENSE" da qualsiasi direzione, con risultati alqaunto negativi (32% da tre punti e 40% dal campo)
Il tutto "dandola" meno di una suora, vantando neanche un assist e mezzo a partita.
Piccola (oppure no?!) attenuante per il Mago, diventato ormai più un prestigiatore da festa dell'Unità, è quella di giocare in una squadra di "scappati", dove la cosa più bella che si possa fare è ANDARSENE! (infatti l'ultima volta che hanno firmato un free-agent decente, Claudio Bisio aveva i capelli).
Secondo potrebbe rendere molto meglio in una squadra più quotata, dove dovrebbe essere la seconda o la terza opzione offensiva, cercando di migliorare in tutti gli altri aspetti in cui è più carente (difesa, rimbalzi ecc...).
Anche perchè, diciamoci la verità, Andrea nel mettere punti a referto non ha mai avuto particolari difficoltà.

Al terzo posto abbiamo inserito in questa speciale classifica Andre Iguodala.
Partiamo da un presupposto: Iguodala è di Chicago ed essendo nato nel 1984, ha visto i miracolosi Bulls di Micheal Jordan. Quì, si apre lo scenario. Non era il grande MJ23 l'eroe di "Iggy" ma bensì Scottie Pippen, braccio destro di Jordan che non faceva della realizzazione la specialità della casa ma che preferiva concentrarsi su quei tanti piccoli che messi insieme vincono le partite (parliamo comunque di uno dei più grandi giocatori di sempre che condiva il suo sporco lavoro con 17 punti di media).
Quindi "Iggy", ispirato da Scottie, cerca di emularlo in tutti i suoi aspetti.
Noi crediamo che Iguodala potrebbe essere uno dei migliori realizzatori della lega, perché ha tutte le caratteristiche per esserlo; ma lui, di testa alquanto dura, continua a fare il fenomeno, sembrando ch'egli propria non voglia essere la star della sua franchigia, motivo per cui Holiday l'anno scorso e il Gallo quest'anno, lo sostituiscono volentierinel ruolo di giocatore di firerimento.
Stiamo comunque parlando di un selezionato Dream Team che vanta una scintillante medaglia d'oro al collo con un contratto da stella.
Quando si deciderà ad essere un grande Iguodala e non un(a) piccolo(a) Pipp(a)en?

Dai ragazzi, non vi abbattete..l'NBA (e l'Italia nel caso del prestigiatore) ha bisogno di voi!



Written by DoctorD(iff)


1 commento:

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